Ebook e mercato dei contenuti digitali: ecco cosa ci aspetta nel 2014

Confermando una tradizione consolidata vorrei iniziare il nuovo anno con alcuni suggerimenti su come potrà evolversi il mercato degli ebook e dei contenuti digitali nei prossimi 12 mesi. In particolare, vorrei condividere con voi alcune considerazioni prendendo spunto da un articolo di Mark Cocker (Smashwords vi dice qualcosa?), con il quale sono stati diffusi alcuni pronostici sulle dinamiche competitive del self publishing (potete leggere l'articolo originale in lingua inglese al seguente link).
Una premessa importante: le considerazioni di Cocker sono riferite ad un mercato globale, basato sull'utilizzo della lingua inglese. Per localizzare le informazioni riportate nel suo articolo è necessario tenere presente che l'Italia è ancora oggi un Paese emergente riguardo la diffusione degli ebook e della lettura digitale. Se da un lato questa consapevolezza ci rattrista, dall'altro lato possiamo utilizzare il mercato anglosassone come una sorta di sfera di cristallo, per cercare di comprendere quello che potrà succedere a breve.
Traendo le debite conclusioni, ecco i trend che potremo notare qui in Italia in relazione al mercato degli ebook:
  • discesa dei prezzi. Negli Stati Uniti la diffusione degli autori indie ha provocato una discesa dei prezzi non solo tra i titoli autopubblicati, ma anche tra quelli diffusi dalle case editrici. In Italia i prezzi degli ebook hanno rappresentato talvolta uno strumento di boicottaggio utilizzato per favorire la versione cartacea dei testi pubblicati. L'aumento del numero degli autori indipendenti  e delle loro pubblicazioni potrebbe mettere sotto pressione le politiche di prezzo degli editori più conservativi;
  • ricorsa dei grandi autori al self publishing. Fino a qualche anno fa l'autopubblicazione era destinata agli autori emergenti, che la utilizzavano come un trampolino di lancio per farsi notare dalle grandi case editrici. Oggi è sempre più frequente il fenomeno contrario, ovvero l'autopubblicazione di opere inedite da parte di autori già affermati;
  • aumento della quota di mercato degli ebook. Nonostante alcuni dati contrastanti diffusi recentemente, il mercato degli ebook in Italia è in forte crescita e potrà guadagnare ancora spazio a discapito di una rallentamento dell'editoria tradizionale. Tra i motivi di questo trend il fatto che molte case editrici medio - piccole si rivolgono alla distribuzione digitale per abbattere i costi fissi di pubblicazione, poco sostenibili in un periodo di recessione e restringimento del mercato;
  • diffusione dei servizi di abbonamento. Questo punto è probabilmente ancora distante dalla realtà italiana, dato che la crescita e lo sviluppo degli ebook non si è ancora stabilizzata. Nel contesto anglosassone (già vicino alla naturale saturazione) si sta pensando di offrire la lettura di pacchetti di ebook in cambio della sottoscrizione di un abbonamento mensile. Amazon e Scribd sono tra i pionieri di questa tipologia di distribuzione dei contenuti, che probabilmente riserverà delle sorprese anche in Italia (seppure non nel brevissimo termine);
  • collaborazioni multi-autore. Internet non cambia solo il modo di leggere, ma anche quello di scrivere. Nell'epoca dei social network e della condivisione in tempo reale, sempre più autori si stanno associando per lavorare sinergicamente a contenuti collaborativi, in modo che l'unione dei propri sforzi offra un risultato maggiore della loro semplice somma algebrica.
Quello che ci aspetta è un anno molto emozionante. Personalmente credo che i risultati migliori si otterranno considerando l'ebook e la diffusione digitale dei contenuti  come un'occasione per tentare qualcosa di nuovo e non come un surrogato o un sostituto del libro tradizionale. Sfruttando la pubblicazione digitale gli editori possono liberare risorse prima occupate dai costi di stampa e distribuzione fisica del proprio catalogo, per concentrarle sull'ottimizzazione delle proprie scelte. Gli autori possono liberare la propria creatività svincolandosi dai rigidi vincoli commerciali delle logiche d'impresa.
Osservando quanto avviene già in ambito anglosassone possiamo immaginare come sarà il futuro dell'editoria in Italia e prepararci adeguatamente ai cambiamenti che caratterizzeranno il prossimo mercato dei contenuti digitali.  

Self Publishing italiano: con FootWings l'autore si trasforma in una piccola casa editrice

Una sezione del sito di Footwings
Quando si parla di self publishing si pensa spesso ad un'attività di stampo amatoriale; così si ricorre facilmente allo stereotipo dell'autore ingenuo, che si improvvisa editore per ottenere qualche copia da regalare a parenti e amici.
Ovviamente una parte degli autori che ricorrono al self publishing italiano o alle tante occasioni di vanity press desiderano effettivamente ottenere solo qualche copia del proprio libro tra le mani, ma è impossibile negare che l'autopubblicazione stia conquistando progressivamente una larga fetta del territorio che in precedenza era esclusivo appannaggio della pubblicazione professionale.
Se si vogliono dei segnali di conferma in tal senso, basti osservare il fenomeno delle tante micro case editrici che sono nate recentemente in tutta Europa e che pubblicano meno di 10 libri l'anno, spesso partendo da opere dell'editore stesso (ne parlammo già in un post precedente). In Italia lo sviluppo dell'editoria artigianale è fortemente ostacolato dalla burocrazia e da un dispositivo legislativo e fiscale che sovraccarica di costi le iniziative di piccole dimensioni, vanificando così molte buone occasioni di fare cultura.
Sempre restando nel nostro Paese, un'altra considerazione interessante riguarda il mercato della digitalizzazione dei libri cartacei; è curioso osservare come gli autori che scelgano di auto-pubblicare i propri ebook in maniera indipendente abbiano accesso agli stessi strumenti di distribuzione utilizzati dalle grandi case editrici, che si stanno adoperando con ritardo alla riconversione del proprio catalogo.
Un'osservazione che posso fare a ragion veduta, avendo pubblicato 8 libri con editori tradizionali e avendo al contempo sfruttato le potenzialità di diffusione indipendente dei miei lavori attraverso le distribuzioni digitali offerte agli albori dell'autopubblicazione da kindle self publishing di Amazon e successivamente da Narcissus self publishing di Simplicissimus.
L'autore autopubblicato sta diventando quindi tutt'altro che ingenuo e nei casi più avanzati la sua attività può essere tranquillamente paragonata a quella di una piccola casa editrice, con la quale collaborano  spesso come free lance una miriade di professionisti (dal correttore di bozze al grafico e all'impaginatore).
Una conferma in tal senso arriva anche da un servizio che reputo davvero ingegnoso e che è stato ideato dal già citato team di Simplicissimus. Si tratta di Footwings (http://www.footwings.com/), un  mercato digitale dedicato agli autori indipendenti.
Che cos'è FootWings? 
FootWings è il mercato dei mestieri dell’editoria, un luogo di incontro e collaborazione tra chi produce contenuti (gli scrittori) e coloro che offrono servizi professionali.
Il mestiere dello scrittore è quello di scrivere un bel libro, ma quando sembra di essere arrivati alla fine del lavoro, si apre un mondo: il manoscritto deve essere rivisto, corretto, spesso riadattato, a volte completato o addirittura tradotto. Inoltre per essere venduto deve essere impaginato e convertito nei formati di stampa o in quelli necessari per la distribuzione digitale. Ancora, deve essere corredato da una bella copertina. E poi, deve essere descritto e diffuso in rete in modo opportuno.
Prendendo in prestito le parole di presentazione del sito, a chi è destinato il primo mercato italiano dei servizi editoriali dedicato agli autori indipendenti?

Lo scrittore può usare FootWings per cercare e trovare i migliori professionisti dell’editoria, in grado di affiancarlo con costi trasparenti in tutte le fasi di produzione e diffusione del suo libro.
Il professionista può usare FootWings per affermarsi in questo nuovo mercato ed entrare in contatto con la crescente schiera dei self-publishers che fanno sul serio, e intendono introdurre sul mercato un libro di qualità.

Io credo fortemente che quella di FootWings rappresenti una bellissima conferma della voglia di fare che tutt'ora permea gli italiani e del fatto che l'agenda setting delle pubblicazioni non debba essere decisa necessariamente dall'alto (ovvero influenzata in modo esclusivo e aprioristico attraverso scelte di marketing attuate dalle grandi case editrici). Favorire la crescita dell'editoria indipendente rappresenta un'occasione di sviluppo dal basso per tutto il mercato editoriale, perché in grado di portare linfa vitale e nuove idee ad un settore spesso necessariamente concentrato sui numeri di bilancio e sulle scelte di natura commerciale.
Infine, iniziative come queste rappresentano anche una chance (e allo stesso tempo una sfida) per quegli autori che magari non hanno avuto accesso al mercato editoriale tradizionale a causa degli attuali tempi difficili. Oggi quegli stessi scrittori possono disporre di consulenze fornite da quei professionisti che prima si orientavano esclusivamente ai servizi B2B dell'editoria e che ora possono beneficiare in modo sinergico della nuova maturità raggiunta dal self publishing in Italia.

ePub: la guida definitiva per la creazione di ebook

Che cos'è un ePub? Come si crea un ebook? Quali sono i passaggi per gestire gli ePub in InDesign? Come ottengo un ebook ben leggibile su iBookstore di Apple?

Non capita di frequente di trovare tante risposte raccolte in un singolo libro. Così, oggi vorrei suggerirvi la lettura di una guida dedicata alla scoperta del formato EPUB, di cui abbiamo già parlato molto in altri post di questo blog. 
Ammetto di essere alla ricerca di una buona guida sugli ePub da molto tempo; dopo aver perso ore nel cercare di mettere insieme l'infinità di materiale (a volte discordante) presente su internet, mi è capitato in mano ePub per autori, redattori, grafici ed è stato un colpo di fulmine.
Prima di tutto, a chi è destinato. Se anche voi, come me, siete degli autori e desiderate creare libri elettronici, sicuramente è il vostro manuale. Il testo è indirizzato anche a professionisti che lavorano nelle case editrici tradizionali e che vogliono scoprire le basi per trasformare un libro cartaceo in un ebook digitale. Ovviamente, stiamo parlando di una trasformazione tecnica; chi mi segue sa che ritengo l'ebook di qualità quando il suo testo viene creato partendo dalla consapevolezza che sarà destinato alla lettura digitale. Ciò non toglie che la trasposizione dei libri cartacei in formato digitale è il primo passo per avviare una casa editrice verso il mercato del nuovo millennio.
Visti i presupposti, non è difficile fare mia la missione che gli autori (Fabio Brivio e Giovanni Trezzi) assegnano nella prefazione, ovvero di suggerire il libro non solo agli esperti del settore, ma anche al vasto pubblico di autori, artisti e lettori che potranno beneficiare enormemente dall'adozione del formato ePub. 
Leggendo la guida scoprirete che cos'è un ebook, come funzionano i lettori di ePub e come si può programmare un libro digitale. Il libro è scritto in modo leggero, facile e pratico. È un manuale tecnico, pertanto troverete raccolti i principali passaggi per ottenere un ePub formalmente valido, oltre che usabile (cioè apprezzabile dal punto di vista dell'estetica e della formattazione). 
Molto valida l'idea di inserire una checklist nella parte finale del volume, in modo da raccogliere tutti i passaggi che devono essere effettuati prima di rilasciare l'ePub al pubblico.
Nel complesso, credo rappresenti la guida definitiva alla creazione e gestione di ebook in formato ePub. Un testo tecnico all'interno del quale sono raccolte tutte le informazioni necessarie a strutturare un file ePub, a lavorarlo con InDesign e a ottimizzarlo per applicazioni molto diffuse come iBooks di Apple o Adobe Digital Edition.

Un cuore per l’azienda di Manuela Metra


Marketing culturale ospita oggi l'opera di Manuela, un amica del nostro blog. L’idea di Manuela Metra, artista e  insegnante è quella di rendere fruibili le leggi che governano il processo artistico per farne degli strumenti da utilizzare per vivere in modo creativo l’ambito del lavoro. Nel blog Heart 4 business (http://heart4business.blogspot.it/) emerge chiara la tessitura di un filo conduttore che lega l’arte, al cuore dell’azienda. L’arte si intreccia al buddismo zen, in modo ironico e fecondo. Il punto di vista di un’artista garantisce spunti inattesi, prospettive sorprendenti, e una lettura della realtà scanzonata. L’arte secondo l’autrice è un percorso di crescita che completa l’individuo. Echi del lavoro di Rudolf Steiner risuonano nell’approccio di un’arte orientata al processo e nell’utilizzo di strumenti del mestiere, come Il disegno di forme, il modellato, la pittura. L’individuo è visto come un universo in divenire, un essere che creando una scultura, può creare se stesso, costruendosi. L’arte impregnando la vita quotidiana con la sua corrente vitale fa scendere tutti dalla ruota del criceto. Quante ore si spendono al lavoro? E’ importante riuscire a trovare un lavoro che piaccia e in questo sentirsi bene, realizzati e felici. L’autrice ci porta nel suo mondo fatto di curve geometriche, di citazioni argute, di fiabe e di poesia, e ci ricorda  che il lavoro deve essere soprattutto passione, aiutarci a crescere, e forse come dice Gibran nel Profeta, tirare fuori la nostra musica, perché il lavoro è l’amore reso visibile.

Quando  sei al lavoro 
sei come un flauto

attraverso il cui cuore

il sussurro delle ore

si trasforma in musica.

Amare la vita attraverso

il lavoro

significa essere intimi

con il segreto

più profondo dell’esistenza.

Tutto il lavoro è vuoto

a meno che non ci sia amore,

perché il lavoro è l’amore

reso visibile. 
Kahlil  Gibran

Ebook: segnali dal presente

In queste ultime settimane il mondo degli ebook è stato in continuo fermento. Diversi accadimenti recenti confermano che il libro digitale sta raggiungendo la propria maturità e conquistando sempre più lettori fidelizzati, da prodotto di nicchia destinato esclusivamente agli early adopters qual era.
La prova arriva da una costellazione di notizie, un insieme di segnali dal futuro... che forse sarebbe più corretto definire segnali dal presente, vista la crescita impetuosa del settore. 
Il primo di questi riguarda un annuncio risalente agli ultimi giorni del maggio scorso. Amazon Italia ha riferito che il titolo Inferno di Dan Brown ha venduto per la prima volta in un solo giorno più copie digitali di quelle cartacee.
Prima di meravigliarsi troppo, occorre contestualizzare. È vero che stiamo parlando delle vendite digitali di un libro rispetto a quelle fisiche, ma solo in riferimento a quelle effettuate sul sito di Amazon.it. Inoltre, a dare man forte alla distribuzione Kindle di Inferno è intervenuta una particolare scontistica della casa americana, provocando di fatto uno svantaggio per la corrispondente versione fisica.
Ciò non toglie che si tratta di un segnale importante, perché quello che è accaduto in questa sorta di esperimento non mancherà di attirare l'attenzione delle case editrici e degli operatori del settore. Anzi, sarà facile veder cogliere la palla al balzo da diversi emulatori, per tentare un lancio diverso dei propri titoli e cercare di scatenare contemporanemente il passaparola sul web.
Passando al mercato degli ebook più in generale, un altro dato interessante riguarda il numero di libri oggi disponibili per la lettura digitale rispetto a quanti erano presenti sugli scaffali virtuali circa 12 mesi fa. Da maggio 2012 a maggio 2013 gli ebook acquistabili da uno dei numerosi store digitali italiani sono più che raddoppiati, andando a coprire quasi il 10% di quelli a disposizione nelle tradizionali distribuzioni retail. Si tratta in questo caso di un segnale quantitativo più che qualitativo, ma che indica l'assestamento di un forte gruppo di lettori digitali, che in precedenza poteva solo essere ipotizzato.
Nonostante ciò, la strada è ancora lunga da percorrere. Se consideriamo che i lettori digitali in Italia sono circa il 3% dell'intero parco fruitori e confrontiamo il dato con gli altri Paesi (Usa, GB, ma anche Francia e Germania), capiamo quanta resistenza sia ancora presente sul campo. Volendo vedere  il dato da un'altra prospettiva e tenendo conto di quanto emerso finora, potremmo affermare che per gli scrittori digitali la strada sembra comunque promettente, visto che permane ancora moltissimo spazio di crescita.
Infine, l'ebook è entrato ufficialmente nella seconda prova di maturità 2013, in particolare quella assegnata ai maturandi del Liceo Linguistico. Il titolo da svolgere riguardava il concetto di capolavoro in letteratura e come questo possa sopravvivere ai tempi della lettura digitale. Non riapriamo qui questo discorso (già affrontato con molti strascichi e non poche polemiche in uno dei post precedenti). Il tema fa comunque riflettere i ragazzi sui risvolti del nuovo modello distributivo elettronico, ribadendo contemporaneamente il segnale agli addetti del settore. Sono ancora troppi i professionisti incerti rispetto ad una vera e propria integrazione sinergica del proprio modello di business, soprattutto riguardo le nuove opportunità offerte dall'integrazione della lettura tradizione e di quella digitale. 

Biblioteche Digitali: in U.s.a. ne fanno un Business

Negli U.s.a. le biblioteche digitali diventano un business. Ha fatto il giro del mondo e dei principali media italiani (qui l'ANSA) la nascita della prima biblioteca completamente virtuale. Niente più libri di carta, riviste o giornali tradizionali. A fare da apripista è la città di San Antonio in Texas, dove un'innovativa Bibliotech permetterà di scaricare a tempo determinato contenuti editoriali a scelta tra un catalogo di  oltre 10.000 libri digitali.
Per chi non dovesse essere dotato di ebook reader, sarà inoltre possibile noleggiarne uno. La biblioteca virtuale fornirà anche computer fissi, portatili nonché tablet utili per la fruizione di contenuti multimediali.
Secondo gl'imprenditori che hanno investito nel nuovo business delle biblioteche digitali, i punti di forza di questa iniziativa saranno molteplici:
  • facilitare il noleggio dei libri eliminando il supporto cartaceo;
  • tagliare tutti quei costi che rendono difficilmente sostenibile una biblioteca tradizionale. Si pensi ad esempio alle spese di acquisto dei libri fisici, ma anche di stoccaggio e magazzino;
  • promuovere e favorire la lettura, avvicinando i lettori più giovani e avvezzi alle nuove tecnologie;
  • eliminare il problema delle "copie non disponibili" perché in prestito.
Chi lo desidera, potrà utilizzare una stampante per portare su carta una parte del materiale di lettura (ovviamente secondo quanto consentito dalle leggi sul copyright).
Ma la bibliotech non nasce per entrare in concorrenza diretta con le biblioteche o con le librerie tradizionali. Piuttosto, lo scopo è quello d'integrare la rete di biblioteche e librerie già esistenti nel complesso cittadino.
Diversi ricercatori di mercato pensano che la lettura digitale possa favorire le vendite dei libri cartacei, come si è già riscontrato in altri mercati di contenuti digitali. I lettori potranno testare la validità dell'autore e procedere con più fiducia all'acquisto del contenuto su supporto fisico, per conservarlo all'interno della propria collezione personale. Tanto è vero che negli U.s.a. molte altre biblioteche hanno in programma di offrire ai propri fruitori delle alternative digitali. Uno sguardo sul futuro per noi italiani, che stiamo adottando solo ora (e non senza reticenza) la rivoluzione dell'ebook.

Arte, Musica, Scrittura e il perché intraprendere una carriera digitale

Trovo finalmente il tempo per commentare un articolo interessante del Sole 24 ore, riguardo le nuove tendenze del copyright e le abitudini dei fruitori digitali. Una delle ragioni principali a detta di molti stakeholder del settore culturale (autori, case discografiche ed editori in primis) che non intendono investire sul digitale ha da sempre coinvolto la spinosa questione della pirateria. 
Ma le ricerche a riguardo portate avanti nel 2012 dalla FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana, una delle principali parti in causa) dimostrano il contrario. Ancora una volta la musica funge da vera e propria cartina tornasole del mercato culturale online.
Si scopre così che in Italia si è verificata una forte crescita dei download legali, tanto che questi concorrono ora a più di un terzo del fatturato dell'industria musicale. Ed è un fenomeno del tutto logico e razionale, se pensate che costa molta più fatica cercare di scaricare un mp3 o un pdf pirata (che poi magari risulta di pessima qualità), quando con pochi centesimi o pochi euro si può avere una copia perfettamente legale e funzionante.
Date queste ovvie constatazioni, l'economia digitale sta diventando un vero e proprio pilastro per il sostentamento delle imprese che operano nell'industria culturale, offrendo nuove modalità di fruizione dei contenuti e creando nuove opportunità di monetizzazione degli stessi.
Citando le parole del Sole 24 ore, la pirateria:

<<riguarda più lo scambio "offline" di materiale soggetto a copyright che la condivisione in rete. Il 65% dell'acquisizione musicale avviene al di là della soglia della legalità ma, mentre diminuiscono i prelievi via P2P aumentano considerevolmente (+6% tra il 2010 e il 2011) gli scambi "brevi manu">>.

Questo per confermare che è molto più semplice copiare illegalmente un CD fisico con il proprio computer o fotocopiare un libro con una multifunzione piuttosto che effettuare il download di un mp3 dalla pessima qualità audio o stampare delle scannerizzazioni in PDF illeggibili. 
Oggi i numeri rendono evidente la pregressa mancanza di equilibrio nei giudizi espressi sul mercato digitale. Spesso molte iniziative promettenti sono state sterilizzate o abbandonate per colpa di pregiudizi (ovvero di convinzioni non supportate dalle evidenze di mercato), con l'evidente paradosso che ormai si sta consegnando questo promettente mercato nella mani di pochi grossi player o di multinazionali monopoliste.
Al contrario, l'autore può sfruttare i costi d'accesso irrisori necessari per intraprendere una carriera digitale in modo da ottenere la visibilità necessaria a farsi conoscere. Anche l'industria culturale può fare leva sulla pubblicazione e distribuzione digitale per diversificare meglio il proprio portafoglio di autori, oppure per coprire nicchie che nell'alternativa fisica diverrebbero semplicemente antieconomiche. Si tratta di avere semplicemente un minimo di lungimiranza. Per troppi operatori culturali il digitale resta ancora un covo di pirati e di nerd dalle abitudini strambe... e pur si muove!



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