Self Publishing italiano: con FootWings l'autore si trasforma in una piccola casa editrice

Una sezione del sito di Footwings
Quando si parla di self publishing si pensa spesso ad un'attività di stampo amatoriale; così si ricorre facilmente allo stereotipo dell'autore ingenuo, che si improvvisa editore per ottenere qualche copia da regalare a parenti e amici.
Ovviamente una parte degli autori che ricorrono al self publishing italiano o alle tante occasioni di vanity press desiderano effettivamente ottenere solo qualche copia del proprio libro tra le mani, ma è impossibile negare che l'autopubblicazione stia conquistando progressivamente una larga fetta del territorio che in precedenza era esclusivo appannaggio della pubblicazione professionale.
Se si vogliono dei segnali di conferma in tal senso, basti osservare il fenomeno delle tante micro case editrici che sono nate recentemente in tutta Europa e che pubblicano meno di 10 libri l'anno, spesso partendo da opere dell'editore stesso (ne parlammo già in un post precedente). In Italia lo sviluppo dell'editoria artigianale è fortemente ostacolato dalla burocrazia e da un dispositivo legislativo e fiscale che sovraccarica di costi le iniziative di piccole dimensioni, vanificando così molte buone occasioni di fare cultura.
Sempre restando nel nostro Paese, un'altra considerazione interessante riguarda il mercato della digitalizzazione dei libri cartacei; è curioso osservare come gli autori che scelgano di auto-pubblicare i propri ebook in maniera indipendente abbiano accesso agli stessi strumenti di distribuzione utilizzati dalle grandi case editrici, che si stanno adoperando con ritardo alla riconversione del proprio catalogo.
Un'osservazione che posso fare a ragion veduta, avendo pubblicato 8 libri con editori tradizionali e avendo al contempo sfruttato le potenzialità di diffusione indipendente dei miei lavori attraverso le distribuzioni digitali offerte agli albori dell'autopubblicazione da kindle self publishing di Amazon e successivamente da Narcissus self publishing di Simplicissimus.
L'autore autopubblicato sta diventando quindi tutt'altro che ingenuo e nei casi più avanzati la sua attività può essere tranquillamente paragonata a quella di una piccola casa editrice, con la quale collaborano  spesso come free lance una miriade di professionisti (dal correttore di bozze al grafico e all'impaginatore).
Una conferma in tal senso arriva anche da un servizio che reputo davvero ingegnoso e che è stato ideato dal già citato team di Simplicissimus. Si tratta di Footwings (http://www.footwings.com/), un  mercato digitale dedicato agli autori indipendenti.
Che cos'è FootWings? 
FootWings è il mercato dei mestieri dell’editoria, un luogo di incontro e collaborazione tra chi produce contenuti (gli scrittori) e coloro che offrono servizi professionali.
Il mestiere dello scrittore è quello di scrivere un bel libro, ma quando sembra di essere arrivati alla fine del lavoro, si apre un mondo: il manoscritto deve essere rivisto, corretto, spesso riadattato, a volte completato o addirittura tradotto. Inoltre per essere venduto deve essere impaginato e convertito nei formati di stampa o in quelli necessari per la distribuzione digitale. Ancora, deve essere corredato da una bella copertina. E poi, deve essere descritto e diffuso in rete in modo opportuno.
Prendendo in prestito le parole di presentazione del sito, a chi è destinato il primo mercato italiano dei servizi editoriali dedicato agli autori indipendenti?

Lo scrittore può usare FootWings per cercare e trovare i migliori professionisti dell’editoria, in grado di affiancarlo con costi trasparenti in tutte le fasi di produzione e diffusione del suo libro.
Il professionista può usare FootWings per affermarsi in questo nuovo mercato ed entrare in contatto con la crescente schiera dei self-publishers che fanno sul serio, e intendono introdurre sul mercato un libro di qualità.

Io credo fortemente che quella di FootWings rappresenti una bellissima conferma della voglia di fare che tutt'ora permea gli italiani e del fatto che l'agenda setting delle pubblicazioni non debba essere decisa necessariamente dall'alto (ovvero influenzata in modo esclusivo e aprioristico attraverso scelte di marketing attuate dalle grandi case editrici). Favorire la crescita dell'editoria indipendente rappresenta un'occasione di sviluppo dal basso per tutto il mercato editoriale, perché in grado di portare linfa vitale e nuove idee ad un settore spesso necessariamente concentrato sui numeri di bilancio e sulle scelte di natura commerciale.
Infine, iniziative come queste rappresentano anche una chance (e allo stesso tempo una sfida) per quegli autori che magari non hanno avuto accesso al mercato editoriale tradizionale a causa degli attuali tempi difficili. Oggi quegli stessi scrittori possono disporre di consulenze fornite da quei professionisti che prima si orientavano esclusivamente ai servizi B2B dell'editoria e che ora possono beneficiare in modo sinergico della nuova maturità raggiunta dal self publishing in Italia.

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