Come diventare scrittori senza editore? Leggo come d'abitudine gli alert sull'editoria di Google News e mi ritrovo su di un articolo a cura di Andrea Inglese intento in via indiretta ad offrire una possibile soluzione. L'articolo tratta la recente vicenda del caso Mondadori sullo "scrittore pentito" Vito Mancuso (potete trovare al seguente link il riferimento al testo).
Vorrei tralasciare la prima parte del testo, sulla quale mi sento neutrale trattandosi di questioni politiche, per commentare la conclusione finale; fondamentalmente l'autore propone il web come soluzione alle problematiche etiche dello scrittore, che talvolta si trova a confrontarsi con una linea editoriale o con dei valori di base profondamente diversi dai propri. Di qui nascerebbe un dilemma etico che troverebbe risoluzione solo attraverso l'autopubblicazione online. "Diventare scrittore senza editore grazie al web" secondo l'articolista non dovrebbe essere un semplice imperativo morale per rimanere a posto con la propria coscienza, ma anche una nuova via da seguire per ritrovare l'anima di uno dei mestieri più nobili del mondo.
Trovo l'idea molto romantica, anche se piuttosto utopistica. Ad onor del vero non è certo una scoperta di questi giorni; sono anni che gli scrittori indipendenti si battono per uscire dal soffocamento mediatico dei grossi player, che per ovvi e comprensibili motivi non hanno grande interesse a promuovere libri ed autori autopubblicati sul web.
Badate bene, il mancato emergere degli scrittori autopubblicati non è necessariamente un problema di qualità dei contenuti, ma piuttosto di mancata comprensione del meccanismo di base grazie al quale funziona il sistema editoriale. Mi riferisco in particolare al concetto di coda lunga, di cui ho già parlato in questo blog e nei miei libri (se siete completamente a digiuno potete iniziare da questa pagina di Wikipedia).
Anche nel caso in cui si parli di autori già affermati con una tiratura alle spalle di diverse decine di migliaia di copie, non è affatto automatico che l'autopubblicazione porti ad ottenere risultati similari. Vediamo in alcuni punti perché:
- molti scrittori affermati sanno fare egregiamente il proprio lavoro (quello di scrivere libri) ma sono completamente a digiuno della parte promozionale, ovvero delle regole basiche e fondamentali di marketing editoriale necessarie a promuovere un libro. Per diventare uno scrittore autopubblicato è indispensabile possedere anche questo know how.
- Internet è un luogo complesso, differente dal negozio di libri e dalle grandi librerie; ambienti nei quali gli autori già affermati sono tradizionalmente abituati a muoversi.
- Le case editrici possiedono team e strumenti di marketing e promozione editoriale che richiedono costi di scala per poter essere riassorbiti (pensiamo ad esempio al lavoro degli uffici stampa). Per questo motivo la spesa che dovrebbe sostenere un autore indipendente per raggiungere risultati simili alle attuali tirature delle grandi case editrici potrebbe rivelarsi un gioco a somma zero.
- Il lettore italiano non è ancora avvezzo all'utilizzo di strumenti quali gli ebook reader ed alla lettura tramite device e dispositivi elettronici. Allo stesso tempo, non ha ancora sviluppato una cultura del libro digitale.
Quindi, è impossibile diventare scrittori senza editore tramite il web? Assolutamente no! In primo luogo, esistono già dei casi di successo positivi; secondariamente nel tempo i lettori saranno sempre più abituati ad acquistare libri digitali online.
Bisogna perciò avere il coraggio d'ammettere che il libro digitale è destinato a rivoluzionare indelebilmente il mondo dell'editoria tradizionale, ma non nel modo che vorremmo. Dubito fortemente che gli autori e scrittori potranno in futuro aspettarsi una distribuzione del reddito da royalty simile a quella del mercato editoriale tradizionale. Piuttosto, esisteranno molte più nicchie coperte da pubblicazioni che in precedenza non potevano essere assorbite, perché i costi di stampa non giustificherebbero la diffusione del libro in via tradizionale.
Le case editrici continueranno ad esistere ed ha svolgere una funzione d'indirizzamento e scelta critica del contenuto editoriale, ma dovranno abituarsi ad una maggior concorrenza ed a minori fatturati. Gli utili forse potranno rimanere stabili, considerando i minori costi di produzione di un ebook rispetto al libro tradizionale.
E per gli autori? Quest'ultimi devono intraprendere con coraggio un fatico cammino di self empowerment, al centro del quale deve esserci la formazione sui meccanismi di funzionamento del web e sulla costruzione di un piano di marketing editoriale che funzioni senza l'appoggio di un grande editore alle spalle. Visto che il miglior modo d'apprendere è il fare, il mio consiglio è quello di provare subito a diventare scrittori senza editori pubblicando la propria opera su internet; magari è l'occasione buona per far uscire dal cassetto quella fatica letteraria tanto cara e mai pubblicata a causa di filtri editoriali troppo ristretti.
Il web, in questo senso, offre realmente delle buone occasioni di visibilità. La mia storia personale lo dimostra dato che ho vissuto il processo inverso, iniziando a trovare ottime soddisfazioni attraverso l'autopubblicazione e concedendo alcuni miei lavori ad un editore solo perché ne apprezzavo in modo particolare la linea editoriale.
Se si ha in mano un buon lavoro e si è disposti a mettere da parte il desiderio di rimpinguare il portafoglio, è possibile raggiungere livelli di distribuzione dell'opera più elevati di quanto non sia possibile attraverso una pubblicazione tradizionale. Una soluzione che permette di continuare tranquillamente la propria attività di scrittura e pubblicazione con gli editori classici, offrendo contemporaneamente un buon lido dove riposare alla propria anima e verve artistica.
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