Quando l'ebook fa a pezzi il libro fisico

Leggo spesso su internet persone che esprimono forti critiche e perplessità verso il libro digitale. Le stesse persone espongono complesse teorie ed astratti dottrinali sulla distanza e la differenza incolmabile nell'esperienza di lettura tra ebook e libro tradizionale. 
C'è chi parla di difficoltà di lettura, chi d'impossibilità di concentrazione degli occhi su schermi e-ink per lungo tempo (anche se con il formato ePub è possibile ingrandire talmente tanto i caratteri da far stare una sola frase in un foglio A5!!)...
c'è poi chi afferma che il libro fisico possieda quell'aura di tradizione e sacralità che difficilmente un ebook potrà mai acquisire (ma lo stesso dimentica il peso tradizionale in Kg che bisogna sorbirsi per assicurarsi una settimana di lettura al mare o il peso delle cartelle scolastiche che schiaccia ogni giorno la schiena di migliaia di studenti).
Paradossalmente, quando chiedo a queste persone se abbiano mai avuto in mano un Amazon Kindle o se hanno mai provato a leggere qualche pagina su di un ebook reader in qualche reparto di elettronica di un centro commerciale, la risposta che ottengo solitamente è un no convinto.
Ora, sebbene io stesso debba ammettere una particolare sensazione di nostalgia e coinvolgimento emotivo nel momento in cui prendo in mano un libro tradizionale, quando riscontro degli atteggiamenti di totale chiusura nei confronti della lettura elettronica non posso che pensare di avere davanti o una persona estremamente "bigotta" da un punto di vista di fruizione della tecnologia (di simili esempi nella vecchia Italia purtroppo ce ne sono tanti) oppure una persona in "malafede" che possiede evidentemente interessi da difendere nel trust dell'editoria italiana.
Del resto, non si può restare indifferenti quando si vedono giungere affermazioni come quella indicata di seguito d'oltreoceano e si riscontra contemporaneamente che gli scaffali digitali delle principali case editrici italiane rimangono desolatamente vuoti:
"Prevedo che supereremo le vendite dei tascabili tra nove al massimo dodici mesi. Dopodiché sarà la volta dei paperback e hardcover insieme. Incredibile. La gente dimentica che Kindle ha solo 33 mesi di vita".
A sentire certe parole (proclamate da Jeff Bezos in un'intervista a USA Today) verrebbe quasi da pensare che lo zampino del digital divide nella lettura elettronica lo abbiano messo proprio gli editori mainstream, ovvero quelli che rischierebbero maggiormente all'apertura di un mercato editoriale più accessibile, economico e vantaggioso per gli autori ed i lettori. 
Pensar male è peccato (dice il vecchio detto popolare), ma spesso ci si prende. Chissà che per una volta la tradizione (quella degli archetipi e della saggezza popolare) non risulti lo strumento di analisi migliore per giudicare un mercato editoriale italiano arretrato ed il conseguente fenomeno della vendita zero di ebook. 
Mentre l'editoria si crogiola in un'evoluzione della tecnologia risalente ai tempi di Gutenberg e del torchio da stampa, vi sono paesi che sviluppano mercati editoriali digitali in grado di far arrivare un nuovo libro nelle tasche dei consumatori in meno di sessanta secondi... giudicate voi se ne vale davvero la pena in confronto alla nostalgia di una pagina cartacea o di un libro tradizionale. 

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