L'editoria digitale italiana è falsa? Ebooks ed... F for Fake!

"Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario". G. Orwell

Ancora ebook, ancora un'editoria digitale allo stato nascente. Torno sul blog dopo una pausa dovuta agli impegni di lavoro con un breve riflessione, incalzata dall'ottimo articolo di Federico Bona presente sul numero di Gennaio di Jack, dal titolo "incroci vietati". Ora, benché ritenga possibile che le sincronicità junghiane siano sempre dietro l'angolo, trovo comunque singolare che le mie stesse intuizioni pervadano la mente di molti altri commentatori nel campo dell'editoria digitale.
Mi riferisco in particolare al modo in cui è stato progettato nel nostro paese il sistema dell'ebook, una pianificazione all'italiana che rappresenta un'ottima vetrina di branding per la maggior parte delle case editrici ma che allo stesso tempo sembra realizzata su misura per rendere la vita impossibile agli acquirenti di ebook.
Come non restare sbalorditi davanti ai sistemi esotici di DRM che vengono solitamente applicati agli ebook, dal più blasonato di Adobe sino a quello realizzato da chissà quale software house orientale, che effettivamente sembrano avere l'unico scopo di rendere la vita estremamente complessa all'acquirente onesto mentre una semplice ricerca su di un sistema peer to peer evidenzia liste infinite d'ebook in formato ePub senza alcuna protezione.
Chissà perché lo sguardo debba andare sempre alle poche case editrici indipendenti (un grande applauso alla Bruno Editore, che ha compiuto la scelta molto coraggiosa di liberare i propri ebook da qualsiasi protezione, dimostrazione della propria onestà ed attenzione verso il cliente). Allo stesso tempo, è quasi sconcertante notare come oltreoceano le cose funzionino diversamente. 
Negli Stati Uniti, quando si decide di applicare un drm, la compatibilità sull'hardware viene garantita direttamente dalla struttura di distribuzione: così accade che chi acquista un ebook da amazon non deve certo preoccuparsi di scaricare chissà quale drm di compatibilità per leggerlo sul proprio Kindle, sul PC, sul Mac, sul tablet o sull'iPad. 
Ed ecco che arriviamo al punto centrale della questione. Visto che l'ebook ha già dimostrato oltreoceano di essere un business che funziona e considerato che molte case editrici vogliono conservare il proprio sistema di distribuzione tradizionale più a lungo possibile, perché non creare un'architettura tanto complessa attorno all'ebook da renderlo inutilizzabile (neutralizzando al contempo anche i competitor stranieri che intendono sbarcare sul nostro territorio o le case editrici emergenti che hanno puntato con decisione sul mercato digitale)?
Un capolavoro alla Orson Welles degna del miglior F for Fake, se non fosse per un piccolo particolare: nell'era del prosumer e dell'impresa collaborativa (Fabris), i lettori non sono più avvezzi a seguire una logica esclusivamente marketing oriented... detto in parole chiave, per una volta a restare con il cerino in mano potrebbero non essere i lettori. E da buon lettore, non posso dire necessariamente che la cosa mi dispiaccia.

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