Tra i tanti tipi di
intelligenza differenti identificati nel saggio “Formae Mentis” di Howard
Gardner possiamo pensare di assimilare alle capacità artistiche aspetti
dell’intelligenza spaziale:
“Svolgono una funzione centrale
nell’intelligenza spaziale le capacità di percepire il mondo visivo con
precisione, di eseguire trasformazioni e modifiche delle proprie percezioni
iniziali e di riuscire a ricreare aspetti
della propria esperienza visiva, persino in assenza di stimoli fisici
rilevanti.”
Come tutti i tipi di
intelligenza, anche quella spaziale è collegata alle altre, ma ha come
peculiarità quella di essere legata ad una forma o ad un oggetto, riguarda la capacità
di intervenire modificando, ruotando mentalmente, ingrandendo, rimpicciolendo,
la figura in questione. Per rendere questo possibile il soggetto crea una
immagine mentale interiore come se esistesse realmente sul piano fisico. La
capacità di risolvere efficacemente questi problemi è una capacità slegata
dalla capacità logica, o da quella linguistica. Anche la capacità di discernere
tra forme differenti aspetti analoghi istituendo metafore formali è un’aspetto
di questa intelligenza spaziale. Il Visual
Thinking, sostiene lo psicologo dell’arte Arnheim Rudolf, è la funzione primaria del processo cognitivo ,“un pensiero veramente produttivo in
qualsiasi area della cognizione ha luogo nell’ambito dell’immaginazione visiva”.
Cosa se ne fa il mondo del
lavoro dell’arte e dell’intelligenza spaziale? Certamente i manager orientati
ad un approccio ortogonale poco o niente. Ma l’attuale crisi ha costretto molti
ad uscire dalla zona di confort per trovare nuove soluzioni, per reinventarsi
all’interno del mondo del lavoro magari ad un’età in cui le possibilità
sembrano assottigliarsi. I momenti di crisi sono momenti di grandi opportunità, Helen Frankenthaler artista di fama
mondiale diceva che solo rischiando si è
al sicuro. In ambito lavorativo lo spazio per il rischio è nullo, senza un
ritorno certo non c’è investimento, ma questo approccio si estende fino al
pensare, che strettamente programmato non azzarda voli. Tentativi come il
brainstorming sono solo una lontana eco delle potenzialità di un processo
artistico.
Esiste la possibilità di attivare nuove forze e nuove facoltà
inerenti alla certificata intelligenza spaziale attraverso corsi artistici
mirati. L’utilizzo delle mani, strumento principale nelle arti visive è la
porta di attivazione per queste facoltà. Far tacere la mente che traccia solchi
sul vecchio è la condizio sine qua non per aprirsi a nuovi punti di vista.
Saper vedere un oggetto da diverse angolazioni, poterlo ruotare altro non è che
la possibilità di cambiare punto di vista, si muove l’osservatore non l’oggetto,
dimostrando struttura e flessibilità.
Per lavorare artisticamente con la
pittura e la scultura entrano in campo un pull di facoltà, tutte insieme, che
permettono all’uomo di centrarsi, nel presente e in se stesso, in un senso di
completezza, aprendo finalmente un varco per la spirale evolutiva della
crescita personale.
Informazioni di approfondimento: http://www.laboratorioathanor.eu/
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