L’intelligenza Spaziale: pensare con le mani Di Manuela Metra


Tra i tanti tipi di intelligenza differenti identificati nel saggio “Formae Mentis” di Howard Gardner possiamo pensare di assimilare alle capacità artistiche aspetti dell’intelligenza spaziale:
“Svolgono una funzione centrale nell’intelligenza spaziale le capacità di percepire il mondo visivo con precisione, di eseguire trasformazioni e modifiche delle proprie percezioni iniziali  e di riuscire a ricreare aspetti della propria esperienza visiva, persino in assenza di stimoli fisici rilevanti.” 
Come tutti i tipi di intelligenza, anche quella spaziale è collegata alle altre, ma ha come peculiarità quella di essere legata ad una forma o ad un oggetto, riguarda la capacità di intervenire modificando, ruotando mentalmente, ingrandendo, rimpicciolendo, la figura in questione. Per rendere questo possibile il soggetto crea una immagine mentale interiore come se esistesse realmente sul piano fisico. La capacità di risolvere efficacemente questi problemi è una capacità slegata dalla capacità logica, o da quella linguistica. Anche la capacità di discernere tra forme differenti aspetti analoghi istituendo metafore formali è un’aspetto di questa intelligenza spaziale. Il Visual Thinking, sostiene lo psicologo dell’arte Arnheim Rudolf, è la funzione primaria del processo cognitivo ,“un pensiero veramente produttivo in qualsiasi area della cognizione ha luogo nell’ambito dell’immaginazione visiva”.
Cosa se ne fa il mondo del lavoro dell’arte e dell’intelligenza spaziale? Certamente i manager orientati ad un approccio ortogonale poco o niente. Ma l’attuale crisi ha costretto molti ad uscire dalla zona di confort per trovare nuove soluzioni, per reinventarsi all’interno del mondo del lavoro magari ad un’età in cui le possibilità sembrano assottigliarsi. I momenti di crisi sono momenti di grandi opportunità, Helen Frankenthaler artista di fama mondiale diceva che solo rischiando si è al sicuro. In ambito lavorativo lo spazio per il rischio è nullo, senza un ritorno certo non c’è investimento, ma questo approccio si estende fino al pensare, che strettamente programmato non azzarda voli. Tentativi come il brainstorming sono solo una lontana eco delle potenzialità di un processo artistico. 
Esiste la possibilità di attivare nuove forze e nuove facoltà inerenti alla certificata intelligenza spaziale attraverso corsi artistici mirati. L’utilizzo delle mani, strumento principale nelle arti visive è la porta di attivazione per queste facoltà. Far tacere la mente che traccia solchi sul vecchio è la condizio sine qua non per aprirsi a nuovi punti di vista. Saper vedere un oggetto da diverse angolazioni, poterlo ruotare altro non è che la possibilità di cambiare punto di vista, si muove l’osservatore non l’oggetto, dimostrando struttura e flessibilità. 
Per lavorare artisticamente con la pittura e la scultura entrano in campo un pull di facoltà, tutte insieme, che permettono all’uomo di centrarsi, nel presente e in se stesso, in un senso di completezza, aprendo finalmente un varco per la spirale evolutiva della crescita personale.
Informazioni di approfondimento: http://www.laboratorioathanor.eu/

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